La Radio Intelligente - Aula Magna Università di Sassari -
-22 Ottobre 2025-
Come eravamo e come saremo
Nel 1978 eravamo curiosi, disponibili, anche avventurieri, abbiamo avuto la fortuna di poter sperimentare una cosa che prima non c’era. O meglio c’era ma era completamente diversa da quella che i più arditi stavano immaginando. Durante i primi anni 70, nacquero due tipologie diverse di radio : Le radio libere e le radio private . diverse fra loro . Le prime nacquero principalmente da iniziative collettive legate a movimenti politici, culturali o sociali alternativi, come i gruppi extraparlamentari di sinistra, i collettivi femministi, i centri sociali o realtà dell'autonomia operaia. Queste emittenti si proponevano come strumenti di comunicazione dal basso, sperimentali e spesso antagonisti rispetto ai media ufficiali. La loro programmazione era autogestita, non commerciale e ispirata a un'idea di libertà di espressione radicale.
Le radio private, invece, pur beneficiando dello stesso vuoto normativo, nacquero con finalità principalmente commerciali. Fondate da imprenditori, tecnici o ex-conduttori RAI, esse si ispiravano ai modelli radiofonici anglosassoni e si rivolgevano a un pubblico ampio con un’offerta basata su musica leggera, varietà e pubblicità. La loro struttura organizzativa era più professionale e orientata al mercato. Io ho iniziato con questa tipologia di radio, nel 1978. La musica era colonna portante delle mie giornate in radio, potevo sceglierla liberamente, potevo liberamente interagire con chi ascoltava la radio, gli orari della pubblicità erano orientativi , l’importante era trasmetterla, perché , gli inserzionisti aspettavano la trasmissione del proprio spot e contavano sul riscontro per incrementare le vendite. Quando dico che eravamo tutti un po’ esploratori, intendo proprio questo. Avevamo tutti una gran voglia di scoprire questo nuovo e intrigante modo di comunicare. Questo significava anche fare in modo manuale , ciò che qualche decennio più tardi la tecnologia ci avrebbe offerto su un piatto d’argento. Puntare le puntine sul solco giusto di un Lp o di un 45 giri, cercare in pochi secondi un disco fra centinaia, puntare le musicassette per far partire la pubblicità al momento giusto, muoversi abilmente fra piatti, piastre, microfoni e telefoni dotati di cornetta e di traslatore per poter andare in diretta. Era una corsa, bellissima, alla quale era difficile resistere. La musica era la nostra musica, quella comprata nel negozio di dischi in cambio merce, quella che ci piaceva, che volevamo far conoscere a chi ci ascoltava. Poi , la tecnologia ci è venuta incontro e , intorno agli anni 90, si è passati dalla gestione manuale alla gestione tramite regia automatica rigorosamente gestita da pc in Ms Dos ovvero un sistema operativo nato agli inizi del 1980 utilizzato come sistema operativo principale sui PC fino al 1995, quando Windows 95 lo ha superato come sistema operativo più popolare, che ha reso possibile le prime regie automatiche. Niente più dischi da puntare , musica da cercare, basta con la libera scelta delle canzoni, la pubblicità andava in sequenza secondo orari ben presici. Insomma se da un lato il lavoro in radio stava diventando più semplice, dall’altro si cominciava a temere che la fine di quell’epoca, segnasse anche la fine di professioni nascenti, quale il regista, il fonico. Non fu così. La tecnologia richiedeva professionalità precise, qualificate. Oggi le regie automatiche consentono programmazioni perfette, con tempi indiscutibili, ma dietro questa perfezione c’è sempre la bravura, l’orecchio, la capacità di un professionista. Oggi incontriamo l’intelligenza artificiale. Non dobbiamo immaginare dei simpatici robot che si muovono dietro le quinte di una radio, ma una meravigliosa opportunità, che potrebbe migliorare la vita sia di chi lavora in radio, sia di chi la radio ascolta. Rispetto al passato c’è qualche variabile in più. . Ci sono problemi etici: la privacy, le fake news, il rischio che alcune professioni cambino. In Radio come cambierà la vita di uno speaker, di un giornalista, di un regista, di un fonico, di un pubblicitario.
Cosa potrebbe cambiare .
Se pensiamo alle voci, quindo agli speaker potremmo incontrare voci realistiche, capaci di condurre intere trasmissioni o interagire con ospiti e ascoltatori. Alcune radio già sperimentano conduttori “ibridi” (umani + IA).
Grazie alla Sintesi vocale multilingue: sarà possibile ascoltare lo stesso programma in più lingue in tempo reale, mantenendo lo stile e l’intonazione dell’originale.
Per quanto riguarda la musica algoritmi analizzeranno gusti e preferenze degli ascoltatori per creare playlist dinamiche in diretta.
Ci saranno di jingle e sigle create dall’ IA che può comporre suoni, remix o tappeti musicali in base al tono della trasmissione.
Forse potremmo avere anche brevi sketch, poesie, battute o persino interviste simulate con personaggi storici o celebrità, rischiando la fake news, o qualche incomprensione con la deontologia professionale.
Le Chatbot vocali: permetteranno agli ascoltatori di telefonare o mandare messaggi e parlare direttamente con un’IA che risponde in modo naturale.
Sarà possibile analizzare in tempo reale i commenti del pubblico (da WhatsApp, social, app della radio) e inserirli nella diretta.
Forse potremo anche avvalerci della presenza di Assistenti personali radiofonici capaci di elargire consigli i su eventi, traffico o meteo cuciti su misura per chi ascolta.
E Dietro le quinte ?
L’Automazione tecnica: gestione della regia, dei volumi, degli stacchi pubblicitari e del palinsesto con meno intervento umano.
L’Analisi dei dati: l’IA potrà misurare le reazioni del pubblico (attraverso streaming, social, call-in) e aiutare a migliorare i format.
Potremmo avere anche la Traduzione e sottotitoli live: utili per podcast e versioni video della radio (es. su YouTube o Twitch).
La realtà è molto vicina a queste ipotesi .
Ci sono emittenti radiofoniche che stanno già utilizzando l'IA da qualche tempo,
- KBFF “Live 95.5”, Portland, Oregon, USA
- Hanno introdotto AI Ashley, una versione “clonata” della loro conduttrice diurna (Ashley Elzinga) che “va in onda” per alcune ore al giorno. Non è un rimpiazzo completo: la versione umana continua a esserci in altri momenti del giorno.
- CADA (Australian Radio Network), Sydney, Australia
- Qui c’è il caso di Thy, un DJ/conduttore AI che ha trasmesso per varie ore al giorno (hip-hop/pop) senza che gli ascoltatori sapessero inizialmente che non era una persona. Ha ricevuto critiche soprattutto per la mancanza di trasparenza sull’essere AI.
- Radio Piekary, Polonia
- Prima stazione polacca a sperimentare un programma condotto da un presentatore IA, chiamato “Basia”, per un’ora intorno a mezzogiorno. In questo caso è esplicitamente pubblicizzato che è un agente intelligente artificiale, quindi più trasparente.
Cosa potrebbe accadere a noi poveri speaker
Alcune fasce meno “pregiate” (notte, mattina presto, repliche) potrebbero essere affidate a conduttori IA, riducendo le opportunità per giovani speaker o collaboratori part-time.
C’è il rischio che Se si usano format generati automaticamente, la radio possa diventare meno originale, con un linguaggio standardizzato e meno “calore umano”.
Speaker umani potrebbero sentirsi messi a confronto con versioni sintetiche di se stessi (già successo a Portland nell’Oregon, dove una speaker ha visto la propria voce clonata dall’IA).
Preferisco pensare alle nuove opportunità
- L’IA può occuparsi della parte “meccanica” (scelta brani, news flash, meteo, traffico), liberando gli speaker per concentrarsi su storie, interviste, improvvisazione e relazione con il pubblico.
- Lo speaker potrebbe usare l’IA come “co-conduttore virtuale” con cui scherzare, discutere, fare giochi interattivi. Questo apre a format nuovi.
- Con supporto dell’IA, uno speaker può avere voce tradotta e adattata in altre lingue, ampliando la propria audience senza dover registrare tutto da capo.
In un mondo dove l’IA può imitare chiunque, il pubblico tenderà a dare più valore all’autenticità. Gli speaker che sanno creare comunità e connessione diretta avranno più peso.
In sintesi
Gli speaker non spariranno, ma il loro lavoro cambierà:
- meno spazio per la conduzione “standard”
- più spazio per la personalità, la creatività e l’interazione umana
- chi saprà usare l’IA come strumento diventerà più competitivo, mentre chi resta fermo rischia di essere sostituito nei compiti più semplici.
Cento anni fa Guglielmo Marconi pensò alla radio come mezzo per portare soccorso, la missione di chi trasmette in radio non è molto diversa dall’idea originale di Marconi: un conduttore porta allegria, aiuta la riflessione. Accompagna per superare la noia, entra nelle case, nelle camere da letto, nelle auto, ha un posto privilegiato e secondo me non deve deludere chi lo accoglie ogni giorno. La tecnologia ci ha aiutato moltissimo in questi ultimi quaranta anni, siamo passati dall’analogico, al digitale, al web e ora la sfida più recente è proprio l’intelligenza artificiale. Faccio questo mestiere da quarantasette anni e vi garantisco che tutto può cambiare, ma la vera incrollabile magia della radio, sta proprio nella potenza della voce, nella forza delle parole, nel valore di un silenzio pensato e nel suono di una risata spontanea. In sintesi, l’IA non sostituirà del tutto i conduttori umani, ma diventerà un compagno creativo e tecnico, rendendo i programmi radio più interattivi, personalizzati e innovativi. Quindi il messaggio è semplice: non abbiate paura dell’IA, ma imparate a conoscerla e a sfruttarla con intelligenza. Non lasciatele fare il lavoro al posto vostro, ma usatela per fare meglio quello che già sapete fare.
Ho visto il cambiamento nel corso degli anni, ma non ho mai permesso al cambiamento di annullare la mia professionalità. Pensate che essere preparati nello scontro con l’intelligenza artificiale non conti, perché tanto vince lei? Sbagliate . Nessuna creazione potrà mai sostituire la vostra curiosità, la vostra empatia, il vostro saper osservare negli occhi le persone con le quali interagite. Saper fare domande, capire anche le cose non dette, ascoltare un silenzio durante un’intervista, vi renderà insostituibili. Approfittatene.